Don Rino  Valente  ha lasciato la parrocchia  il 7 maggio 2023

                                                       arriverà DON GIANNI MARIA DE MICHELI quale parroco e amministratore delle 4 parrocchie

  

E da ultimo una notizia che mi riguarda personalmente. Prima di Natale l'Arcivescovo mi ha chiamato a mi ha detto "don Gianni ormai hai una certa età". Gli ho detto "grazie, anche lei". Sai com'è. Ma lui è andato avanti e mi ha detto "hai un'età in cui, nella Chiesa, nella nostra Diocesi, bisogna assumersi delle responsabilità un pochino più grandi. E mi ha detto che dal primo settembre sarò responsabile della Comunità Pastorale Beata Vergine Addolorata in Paderno, Robbiate e Verderio”. Così, ieri, domenica 19 marzo, sul finire della messa delle 10, dopo aver dato gli avvisi della settimana e dopo aver invitato i fedeli ad uscire, al termine della funzione, dalle porte laterali per godere poi sul sagrato di una sorpresa preparata dai ragazzi per la festa del papà, don Gianni De Micheli ha annunciato che, con l'arrivo dell'autunno, lascerà Civate. Vi era approdato nel 2009, come amministratore parrocchiale. Ad oggi non si sa ancora chi lo sostituirà. A Paderno, Robbiate e Verderio, invece, rileverà don Fabio Biancaniello, decano, già alla testa anche della parrocchia di Montevecchia, subentrato al timone della Comunità Pastorale Beata Vergine Addolorata a don Antonio Caldarola, arrivato a fine mandato per sopraggiunti limiti d'età.
“Questa Comunità di quattro parrocchie, di circa 16.000 abitanti, da un paio d'anni non ha più un parroco responsabile” ha spiegato ai civatesi don Gianni, ben conscio della prova che lo aspetta.
“Avrà quattro collaboratori: il più giovane ha 78 anni, il più anziano 84” ha infatti altresì sottolineato, a giustificazione di un annuncio di trasferimento dato con largo anticipo, anche per avere il tempo, fisicamente, di compiere i necessari interventi strutturali presso la canonica che diventerà la sua nuova abitazione. “La casa dove andrò a Verderio Superiore ha bisogno di un po' di lavori, non solo per ospitare me ma anche per ospitare i miei genitori. Da dopo Pasqua incomincerò un cammino di avvicinamento a questa Comunità, per preparare insieme l'estate e poi per incominciare un lavoro possibile dal primo settembre. Porto l'esperienza vissuta qui, cresciuta insieme con voi ma penso che la cosa più bella da portare sia la comunione nella preghiera, nella vicinanza, nella testimonianza fraterna. Vi chiedo – ha detto ai fedeli civatesi - questo per me, per la nuova Comunità, per il nuovo parroco che arriverà qui e anche un po' per i miei genitori perché spostarsi, alla loro età, non è mai cosa semplice”.
Classe 1966, ordinato dall'Arcivescovo Carlo Maria Martini il 12 giugno 1993, don Gianni è stato Vicario parrocchiale presso la Parrocchia di Santo Stefano Protomartire a Tradate (VA) e a Bovisio Masciago prima di approdare a Lurago, Monguzzo e in altri comuni comaschi. In occasione del 30° di sacerdozio, dunque, un nuovo cambio, dopo 14 anni tra la gente di Civate.

 

VERDERIO ex superiore

parrocchia dei SS.Giuseppe e Floriano

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Adorazione Eucaristica: il Martedì dalle  20.30 alle 21.30 in Chiesina

Confessioni:  Sabato dalle 16.30 alle 17.15

Battesimi, Matrimoni e Funerali   rivolgersi alle Suore.

 

 Segreteria: Sabato dalle ore 9.00 alle ore 11.00 per la richiesta di documenti e per comunicare le intenzioni  delle S. Messe.

Catechismo: 2 elem. Le Domeniche di Avvento e di Quaresima ore 11.00

     3  e 4 elem.  Sabato dalle 10.00 alle 11.00

               5 elem.          Sabato dalle 11.00 alle 12.00

     1 media      Venerdì dalle 18.00 alle 19.00 e Dom. 11.00 alle 12.00

Numeri utili:  vedi anche  il notiziario parrocchiale

 

Segreteria parrocchiale                   039/510057      tel. e fax

Don Antonio 333/2495698

Don Rino    3391898926

Don Paolo 039/510660

Don Emanuele  3333423690

Suor Innocenza 389/4413913

E-mail Suor Innocenza                    anna.brugnera@gmail.com

E-mail parrocchia: verderiosuperiore@chiesadimilano.it

 

 

 

E-mail parrocchia:                      verderiosuperiore@chiesadimilano.it

 

Mercatino solidale dell’usato: aperto il Mercoledì e il Sabato dalle 16.00 alle 18.00,

 di fianco alla casa parrocchiale, resp. Maria Scarpini: 334966865

Redazione: redazione.notiziario@gmail.com

Segreteria parrocchiale: aperta il Sabato dalle 9.30 alle 10.30 per richiesta documenti

                                                                 dalle 10.30 alle 11.30 per intenzioni Sante Messe

Consiglio pastorale: segretaria Doriana Coppola 3389728585

Oratorio: resp. Paolo Castelli e Rosemma Toffoli 039/6093209

Ministri dell’Eucarestia: resp. Suor Innocenza

Liturgia / cerimonie / chierichetti:  Flavio Cattaneo 3200979060

 

CAV (Centro Aiuto alla Vita, Merate): aperto il martedì dalle 15.00 alle 17.00: tel. 039/9900909

Caritas centro di ascolto, Merate: aperto giovedì dalle 15.00 alle 17.30 e il sabato dalle 9.30 alle 11.30:  tel. 039/9900287

Caritas Verderio Inferiore, casa parrocchiale: aperto il sabato dalle 16.00 alle 17.30: tel. 3934848549

Consultorio familiare: tel. 039928511

 

 

 

     LEGGI UN PO' DI STORIA

 

 

Verderio exSuperiore è un grazioso paese in provincia di Lecco, che s’insinua tra il corso dell’Adda e le province di Milano e Bergamo, ricco di testimonianze storiche e culturali tipiche della Brianza. E’ presumibile collocare l’origine del paese in epoca romana (II-I sec. a. C.), poiché il nome Verderio sembra derivare dal termine “Veredi”, che stava ad indicare una particolare razza di cavalli piccoli ma velocissimi che servivano ai romani per avere rapide comunicazioni con le terre conquistate. A Verderio c’era forse una stazione di cambio-cavalli: da qui il nome. Dopo il periodo romano, il piccolo villaggio di contadini fu esposto alle invasioni di popolazioni germaniche come gli Eruli e i Goti e al violento stanziamento dei Longobardi. Il nome “Verderio” lo troviamo qualche secolo più tardi ad indicare l’origine o la sede di uno tra i primi Cavalieri dell’Ordine dei Templari (sorta nel 1119), tale Dalmazio da Verderio, morto nell’anno 1149. La divisione in Verderio Superiore e Inferiore è forse da far risalire alla spartizione dei beni dell’Ordine, quando esso venne soppresso nel 1302. In un documento del 1512, atto di cessione alla famiglia Ajroldi di alcuni possedimenti del monastero femminile di S. Agostino di Milano, troviamo il nome di Verderio Superiore. Durante l’ultimo Medioevo e per tutta l’epoca moderna Verderio fece parte dei territori prima del Ducato di Milano, poi governati dagli Spagnoli e dagli Austriaci. Nel periodo della     Repubblica Cisalpina (1796-1799) Verderio fu teatro di una sanguinosa battaglia, combattuta il 28 aprile 1799 e vinta dagli austriaci contro forze francesi. Ma la storia di Verderio Superiore, nei secoli dell’età moderna, è legata alla “politica” di alcune famiglie nobiliari, proprietarie di gran parte delle terre. Si tratta delle famiglie Arrigoni, Confalonieri e Gnecchi-Ruscone. La vita religiosa, contrariamente a quella politica, era presente con una sola comunità, con la chiesa parrocchiale a Superiore. Tutto questo fino al 1778, anno in cui l’arcivescovo di Milano, resosi conto anche della divisione religiosa, ordinò l’istituzione di due parrocchie distinte e autonome. Dopo le grandi famiglie, è storia di duro lavoro, talvolta di miseria, ma ricca di valori morali e di schietta religiosità popolare. Una vita contadina comune ad altri paesi limitrofi. Un significativo sviluppo urbanistico ed edilizio e l’arrivo di cittadini provenienti da altre realtà europee e mondiali hanno cambiato il volto di Verderio, arricchendolo di nuove e ricche esperienze e testimonianze. Nel 1985 la storia dei due Verderio è stata raccontata nel volume “Verderio, la storia attraverso le immagini e i personaggi”.  
EDIFICI E BENI ARTISTICO-CULTURALI DI RILIEVO A Verderio Superiore è bene ricordare il Palazzo Comunale, costruito nel 1910 e l’imponente Villa Gnecchi Ruscone, con il parco pubblico della “Fontana del Nettuno” che, per secoli, è stata frequentata da numerose personalità della politica, della cultura, dell’arte. Nelle adiacenze della Villa e dell’edificio denominato l’Aia, una bellissima struttura recentemente recuperata, si combatté anche la famosa Battaglia di Verderio del 28 aprile 1799, tra le forze austro-russe e quelle francesi. La vittoria arrise agli austro-russi e, attorno alla villa, vennero sepolte più di tremila persone. Oltre ai soldati trovarono pace anche numerosi contadini che vennero coinvolti nella battaglia. Nel 1898, Giuseppe Gnecchi, realizzò l’acquedotto “Fonte Regina” e l’anno successivo cedette il terreno alla parrocchia per la costruzione del nuovo cimitero. Nel 1902, il 26 settembre, venne inaugurata la nuova chiesa dedicata ai santi Giuseppe e Floriano. Importante è ricordare e ammirare il Polittico di Giovanni Canavesio, del 1499, posto sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale. Nel 1922, venne eretta una scuola materna la quale venne donata alle suore dell’Immacolata di Genova. Di particolare importanza la Chiesetta di S. Ambrogio la cui origine si perde nei tempi. La prima costruzione potrebbe risalire ai tempi di Ariberto, discendente da famiglia longobarda, ordinato vescovo di Milano il 29 marzo 1018. Numerose sono anche le cascine, alcune delle quali sono state abbattute o abbandonate. Quella più conosciuta è “La Salette”, i cui lavori iniziarono nel 1850 e portati a termine nel gennaio del 1856. La cascina ricorda l’apparizione della Madonna in Francia, a La Salette, avvenuta nel 1846. Le altre cascine ancora abitate e funzionanti sono l’Airolda che, prima di essere acquistata dalla famiglia Ajroldi di Milano nel 1512, era un monastero delle suore di S. Agostino, la cascina Malpensata la cui origine risale al ‘700, la cascina Isabella, la cascina S. Carlo, la cascina Alba (l’unica disabitata).  

La Chiesa di Verderio exSuperiore (Lecco) fu progettata sul finire dell’Ottocento dall’Architetto Fausto Bagatti Valsecchi e

dall’Architetto Enrico Combi in stile gotico - lombardo: il lavoro di costruzione iniziò nel 1898 e durò quattro anni. .

Nel 1902, il 26 settembre, venne inaugurata la nuova chiesa dedicata ai santi Giuseppe e Floriano. Importante è ricordare

e ammirare il Polittico di Giovanni Canavesio, del 1499, posto sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale


Le facciate e il campanile furono costruite in laterizio, materiale che, prima del restauro e in particolare nel campanile,

presentava sensibili problemi di degrado superficiale.


Nel corso del restauro Syremont eseguì una indagine per valutare lo stato di conservazione e per scegliere i prodotti

necessari sia alla riaggregazione delle parti decoesionate superficialmente, sia alla protezione finale.


I risultati dell’indagine furono presentati al Convegno di Bressanone del 1992.


Successivamente, nel corso del restauro, l’intervento conservativo è stato realizzato con Akeogard CO, applicato

in ragione di 15 g/mq. Si è così ottenuta una Efficacia Protettiva superiore al 95%.

La “capella” di San Fiorano di Verderio è citata nel 1398 tra quelle del plebato di Brivio (Notitia cleri 1398).

Nel Liber seminarii mediolanensis del 1564 figura tra le rettorie della pieve di Brivio anche quella di San Fiorano di Verderio.

Dal XVI al XVIII secolo la parrocchia di Verderio Superiore, a cui era preposto il vicario foraneo di Brivio,

è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e delegati arcivescovili di Milano nella pieve

di Brivio, inserita nella regione V della diocesi. Nel 1754, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Brivio,

nella chiesa parrocchiale di San Floriano, si aveva la confraternita del Santissimo Rosario, eretta all’altare della Beata Vergine il

4 maggio 1653 dal magistro Cipriano Biumi del convento di Sant’Eustogio di Milano. Il numero dei parrocchiani era di 840 di

cui 600 comunicati. Entro i confini della parrocchia di Verderio Superiore esistevano gli oratori di Sant’Ambrogio;

Santi Nazaro e Celso in Verderio Inferiore; San Giovanni Battista alla Brugarola (Visita Pozzobonelli, Pieve di Brivio).

Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano,

la parrocchia di Verderio Superiore con Verderio Inferiore possedeva fondi per 355.6 pertiche; il numero delle anime, conteggiato

tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era complessivamente di 949 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781).

Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Verderio

Superiore assommava a lire 1098.4.6; la nomina del beneficio della parrocchia di Verderio Superiore spettava all’ordinario

(Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781). Nel 1897, all’epoca della prima visita pastorale dell'arcivescovo

Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Brivio, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 2000,

con l’esclusione di due benefici coadiutorali. Entro i confini della parrocchia San Fiorano esisteva l’oratorio di Sant’Ambrogio;

 si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento. Il numero dei parrocchiani era di 1100 (Visita Ferrari, I, Pieve di Brivio).

Con decreto 30 gennaio 1912 dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari la parrocchia di Verderio Superiore fu attribuita alla

pieve e vicariato foraneo di Merate (DCA, Merate). Dal 1912 la parrocchia dei Santi Giuseppe e Fiorano di

Verderio Superiore è stata compresa nella pieve e vicariato foraneo di Merate, nella regione V, fino alla revisione della

struttura territoriale della diocesi, attuata tra 1971 e 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972,

cost. 326), quando è stata attribuita al decanato di Missaglia nella zona pastorale III di Lecco e, con decreto 2 maggio 1974

dell’arcivescovo Giovanni Colombo, assegnata al nuovo decanato di Merate (decreto 2 maggio 1974) (RDMi 1974).

Il 26 ottobre, una bellissima domenica autunnale, è stata grande festa a Verderio Superiore

per la consacrazione della nuova chiesa. Sono trascorsi cento anni esatti da quando l’allora

cardinale di Milano Andrea Carlo Ferrari si recava a Verderio (allora circa mille abitanti,

nella Brianza orientale, a due passi dall’Adda, una striscia di terra pianeggiante che dava lavoro

alle famiglie contadine raccolte nelle cascine e nei cortili) per inaugurare la nuova chiesa

parrocchiale. Il nuovo, sontuoso edificio per il culto cristiano era stato voluto dalla signora Giuseppina Turati,

esponente di quella famiglia Gnecchi Ruscone, che a Verderio aveva molte proprietà e dimorava

nella magnifica villa patrizia già Confalonieri. La nuova Chiesa fu intitolata,

come già la precedente, al patrono San Floriano. In onore della fondatrice e di suo marito,

Giuseppe Gnecchi Ruscone, la chiesa fu dedicata anche a San Giuseppe.

Al progetto della chiesa lavorarono il nobile Fausto Bagatti Valsecchi e l’ingegner Enrico

Combi. La posa della prima pietra ebbe luogo il 4 settembre 1898, prima domenica del mese,

tradizionale giorno di festa per il paese. La costruzione fu affidata a Giuseppe Clapis, capomastro

di Bernareggio. La popolazione della parrocchia diede il proprio contributo lavorando gratuitamente

allo scavo delle fondamenta e alla preparazione dei materiali utilizzati poi dall’impresa.

Lo stile prescelto per la nuova parrocchiale, che sorse a poca distanza dal luogo in cui si trovava

la vecchia chiesa, oggi sconsacrata, fu il neoromanico o, per l’esattezza, quel romanico attardato,

ricco di elementi gotici, proprio degli edifici religiosi lombardi tra XIV e XV secolo.

Per quanto riguarda la planimetria, la chiesa di Verderio si presenta a croce latina, con tre

navate che si intersecano con il transetto molto ridotto, terminante ai lati con absidi poligonali.

Nella sommità della cupola si aprono otto finestre terminanti ad arco che ne illuminano l’interno,

ma soprattutto convogliano la luce nel punto iù importante della chiesa, il presbiterio.

Anche le forme e le decorazioni dell’esterno rimandano all’architettura lombarda del XV secolo:

la realizzazione in laterizio, il cui colore rosso viene esaltato dagli inserti ad intonaco e dalla presenza i marmo

bianco; l’impiego congiunto di arco a tutto sesto e arco a sesto acuto; il ricorso a molteplici

aperture per alleggerire le pareti murarie.

La facciata ha un profilo a spioventi interrotti e risulta suddivisa in tre parti, per mezzo di semipilastri lievemente sporgenti.

La parte centrale, la più alta poiché corrisponde alla navata maggiore, ospita il portale marmoreo fortemente strombato,

il rosone ad intelaiatura radiale, anch’esso marmoreo e una piccola loggia con sottili colonne dal capitello corinzio stilizzato.

Come spesso accade, elementi decorativi presenti all’esterno di una chiesa vengono impiegati

anche per la decorazione all’interno di essa. Nella lunetta che sovrasta il portale ligneo d’accesso alla parrocchiale è dipinto,

in campo azzurro con stelle dorate, un sole radiante giallo spento e rosso, che riporta la suo interno il motto IHS.

Il sole, figura simbolica della vita che da Cristo si irradia a tutti gli uomini, è l’elemento dominante all’interno della chiesa, interamente decorata ad

affresco dal pittore milanese Ernesto Rusca, seguendo le indicazioni e i disegni forniti da Fausto Bagatti Valsecchi.

Da una visione d’insieme risulta evidente che per l’intero apparato decorativo di pareti e volte ci si è ispirati alla tipica

policromia di impronta medioevale, resa però più leggera

dalla scelta di mantenere il campo bianco di fondo, così che le fasce ornamentali di motivi geometrici

e floreali, poste a decorazione delle cornici delle finestre, degli intradossi degli archi e dei costoloni delle volte, possano

dispiegare liberamente la pienezza cromatica dei rossi, dei gialli, dei verdi e dei blu che le compongono.

Ancora oggi, nonostante lo sviluppo edilizio abbia reso il paesaggio più eterogeneo e confuso,

Verderio Superiore è individuabile, anche da considerevole distanza, dal campanile della sua chiesa, che spicca per

 l’altezza e per la forma architettonica inusuale nella zona.

Nella chiesa sono custodite molte opere che, oltre ad avere un valore devozionale, sono particolarmente interessanti

sul piano artistico: il grande polittico con Madonna in trono e Santi posto sull’altare maggiore; i tre dipinti che hanno

rispettivamente per soggetto l’Adorazione dei pastori, la Crocifissione e la Deposizione di Cristo nel sepolcro;

la Madonna con bambino, opera scultorea di età medioevale. In occasione del centenario della chiesa, la parrocchia ha organizzato

una serie di iniziative, per sottolineare e diffondere la conoscenza del valore storico-artistico dell’edificio e per ricordare,

con memoria umile e grata, il secolo – tutto il ‘900 - di vita religiosa della parrocchia. Tra le altre cose, un volume

di più di 200 pagine, arricchito di molte immagini a colori e in bianco e nero, ripercorre la storia della parrocchia a partire

da documenti di età  medioevale, ricostruisce la storia dell’idea, del progetto e della realizzazione della chiesa, ne

approfondisce gli aspetti architettonici e artistici e racconta i momenti salienti della parrocchia nel ‘900 attraverso

la voce dei parroci del paese contenuta nel “Liber chronicus”;il libro Verderio - La chiesa parrocchiale

dei Santi Giuseppe e Floriano; 1902-2002, un secolo di storia, arte e vita religiosa si può richiedere

direttamente in parrocchia (don Luigi Sala, tel. 039/510.057) oppure presso la cartoleria “Il fermaglio” di Verderio Superiore (tel. 039/512.433).

Una mostra fotografica ha restituito volti e momenti significativi della vita del paese nel corso dell’ultimo secolo e

una mostra di oggetti sacri e arredi liturgici, una sorta di “piccolo museo” di preziosi manufatti conservati in

parrocchia, ha richiamato l’intensità e la storia della liturgia cristiana, che ha avuto il suo riferimento costante

nella mensa eucaristica della chiesa parrocchiale:

è per questo che il momento più significativo e culminante dei festeggiamenti per il centenario si è svolto il

26 ottobre a cento anni esatti dalla consacrazione della chiesa, con la consacrazione del nuovo altare per

opera del Vicario Generale della Diocesi, Mons. Giovanni Giudici.

La sera del 25 ottobre 1902, vigilia della festa di consacrazione, con un concerto fu inaugurato

il nuovo organo donato dalla famiglia Gnecchi e costruito dalla prestigiosa ditta Tamburini di Crema;

per i cento anni della chiesa, la parrocchia ha provveduto al restauro dell’organo centenario, le cui note

potenti e melodiose si sono potute riascoltare, il 7 settembre scorso, in occasione del

concerto del maestro organista Roberto Maria Cucinotta.

La serata della consacrazione del nuovo altare del 26 ottobre sì è conclusa con un altro concerto

di musica sacra delle Scholae Cantorum di Novate e Sartirana e con la partecipazione straordinaria di

alcuni strumentisti della Banda Sociale Meratese.

La Pala che orna l’altare maggiore della parrocchiale di Verderio Superiore è opera di Giovanni

Canavesio. Sulla vita di questo pittore si hanno pochi dati certi: nato intorno agli anni Trenta del ‘400,

è solo dal 1480 in poi che le notizie sul suo conto si infittiscono e grazie alle opere firmate e datate risulta

più agevole ricostruire gli spostamenti di questo artista, spostamenti che interessano soprattutto la Liguria

occidentale e l’entroterra nizzardo. Il polittico di Verderio è probabilmente

fra le ultime opere realizzate dal pittore pinerolese. Secondo l’iscrizione che si legge nella zona inferiore del polittico,

sottostante la predella, l’opera, realizzata a tempera e raffigurante la Vergine in trono circondata da Santi,

fu portata a termine il 20 marzo 1499 e fu eseguita per la chiesa di Pornassio, comune nell’alta valle dell’Arroscia

(provincia di Imperia); solo alla fine del XIX secolo,

acquisito dalla famiglia Gnecchi Ruscone, il polittico venne da questa donato alla parrocchiale

di Verderio Superiore. La Pala si articola in ben trentuno scomparti; nella parte mediana e centrale, in posizione

d’onore, è raffigurata la Vergine con il Figlio assisa in trono, recante nell’aureola d’oro le prime parole dell’

Ave Maria. Ai suoi lati, coronate da baldacchini in legno dorato, campeggiano

le figure intere di quattro santi, San Dalmazio (la pala è dedicata, oltre che alla Vergine, a questo santo, come

dice la citata iscrizione) e Giovanni Battista a sinistra, l’Arcangelo Michele e San Pietro a destra.

Superiormente a questa fascia, nella cimasa, trovano posto le mezze figure dei Dottori della Chiesa:

Sant’Ambrogio e Sant’Agostino a destra, San Girolamo e San Gregorio a sinistra. Nelle cuspidi alla

sommità dell’opera, sono contenute in dimensioni minori le figure, sempre a mezzo busto, di quattro sante:

Sant’Agata, Santa Lucia, Santa Marta e Santa Caterina.

Fra le due coppie di Sante, sopra il pannello della Vergine, è posta la seconda composizione

principale dell’opera: coronata, come la sottostante, da baldacchino, vi è la Deposizione di Cristo

dalla croce, un tema che ricorre con frequenza nelle opere di Canavesio. Questo insieme di quattordici scomparti

è legato al fondo da una predella composta da piccoli quadri raffiguranti le scene della vita della Vergine: la

Visita a Elisabetta, il Presepio, l’Adorazione dei Magi, la presentazione al tempio, la Fuga in Egitto.

Ai due estremi della predella le figure dei profeti Isaia e David. A chiudere lateralmente l’opera vi sono

due fasce verticali contenenti le figure intere di diversi santi, quattro da una parte e cinque dall’altra.

Il primo in alto a sinistra è lo stesso pittore, Giovanni Canavesio. L’imponente cornice che inquadra

gli scomparti non è integralmente originale e appare in diversi punti rifatta, ma il disegno d’insieme dell’opera, di raffigurazione e intelaiatura

lignea, si inserisce perfettamente nella corrente della pittura devozionale ligure del Quattrocento.

 

"Pieve di Brivio"                            199

HARVM . ABORIGINES . SEDIVM

GRAECI. DIXERE . OROBIOS

INDE . COLLI . ET . CIRCVMIECTIS . FINIBVS

NOMEN . MANET ( 1)

Era in Robbiate un castello, che dipendeva dal monastero maggiore di Milano nel 1195.

Da qui proviene la nobile ed antica famiglia Ajroldi, i di cui ascendenti vi ebbero sede,

e fiorirono molto al tempo dell'arcivescovo Ottone, da cui furono massimamente

benemeriti . Nel 1647 fu dato in feudo con titolo di contea alla estinta famiglia  Coria,

una delle più antiche dello Stato di Milano.  Verderio Superiore ha la parrocchia da non

molti anni eretta nella chiesa di San Fioriano.  Verderio inferiore era la matrice, dove sempre

risiedette il parroco . in rimoti tempi dicevasi Verdezum . L'antico Ordine dei  Templari

aveva in questo distretto dei fondi nel 1149 affittati da Maestro dell'Ordine ad Adelardo

diacono della Metropolitana.   E' nota la battaglia di Verderio successa il 28 aprile 1799

tra l'armata austriaca comandata dal generale barone Wukassovich, e l'armata francese

alla cui testa trovavasi il generale Serrurier. I due nemici si combatterono su quattro punti

con un coraggio senza esempio. La sorte della battaglia restò lungo tempo indecisa : ma

finalmente la fanteria tedesca obbligò la divisione francese a ritirarsi, abbandonare i propri

trinceramenti ed arrendersi al vincitore. Il generale Serrurier ed il generale piemontese Fresia,

60 ufficiali francesi di diverso rango, 2900 fanti, 5 cannoni, una bandiera e 400 cavalli caddero

in mano degli austriaci. Nel luogo della battaglia fu posta la seguente iscrizione :

                         Regione V

                     QUI  GIACIONO  LE  OSSA

              DEL  PRODE  GIOVINE  CAPITANO

                        SAMUELE  SCHEDIVS

            NOBILE   VNGARESE   DI   MODRA

CHE  NELLA  BATTAGLIA  ARDENTE  IN  VERDERIO

                  AI  28  DI  APRILE  DEL  1799

FRA  LE  ARMATE  AVSTRIACHE  E  LE  FRANCESI

               SEGNALO'  COL  SVO  SANGUE

          LA  PIENA  VITTORIA  DELLE  PRIME

           IL  CONTE  AMBROGIO  ANNONI

                     FECE  INNALZARE

     ALLA  MEMORIA  DEL  VALORE  DI  LUI

                    E   DE  ' COMMILITONI

                 QUESTO  MONVMENTO

 

 

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